La svolta in tema “pensione” potrebbe essere in arrivo. Nei piani del Governo un anticipo dell’uscita dal mondo del lavoro… particolare.
Fino ad oggi la vera chiave del pensionamento sono stati i contributi versati dal lavoratore durante tutta la sua carriera. Naturalmente continueranno ad essere determinanti ma nel nuovo progetto c’è un altro fattore che sarà la linea di demarcazione tra la pensione e continuare a lavorare.

La Legge di Bilancio 2026 potrebbe contenere una novità unica in termine di pensioni. La riforma tanto attesa forse sta prendendo piede e potrebbe contenere una misura che aiuterebbe alcuni lavoratori ad andare in pensione anticipata senza penalizzazioni sull’assegno. Sarebbe un vero e proprio miracolo, oggi tutti gli scivoli prevedono un taglio dell’importo della pensione.
Meno contributi, un sistema di calcolo svantaggioso, coefficienti di trasformazione più bassi, la penalizzazione annuale del 2% sono i parametri che portano ad una cifra sull’assegno inferiore rispetto quella che si otterrebbe attendendo i 67 anni di età. Particolarmente svantaggiati coloro che scelgono Opzione Donna oppure Quota 103 e hanno tanti anni di contributi versati al 31 dicembre 1995. Per loro il taglio può arrivare anche al 30%. Tutto questo potrebbe presto cambiare.
Ecco qual è il requisito che servirà per la pensione anticipata senza penalizzazioni
L’idea del Governo è una pensione a 62 anni per tutti coloro che hanno un ISEE entro i 35 mila euro senza penalizzazioni sull’assegno. Al momento è solo un’idea oggetto di studio, la possibilità che divenga realtà e sia inserita nella Legge di Bilancio 2026 c’è ma ad oggi è flebile. Questa misura dovrebbe chiamarsi Quota 41 flessibile e oltre al requisito anagrafico di 62 anni di età richiederebbe anche il requisito contributivo di 41 anni..

Una rivisitazione di Quota 103, dunque, che dovrebbe essere più favorevole per i lavoratori. Verrebbe cancellata per chi ha redditi bassi, infatti, la penalizzazione del 2% l’anno. In questo modo si bilancerebbero equità e sostenibilità continuando a garantire l’accesso al pensionamento anticipato ma con maggiore attenzione nei confronti dei lavoratori in particolari situazioni economiche.
La Riforma delle pensioni ha l’obiettivo di introdurre una maggiore flessibilità in uscita ma senza gravare troppo sulle casse dello Stato. Per raggiungere lo scopo si tutelano i lavoratori con una lunga carriera contributiva e con redditi medio-bassi. In pensione cinque anni prima rispetto la pensione di vecchiaia con Quota 41 flessibile.
Non bisogna lasciarsi ingannare dal nome, l’attuale Quota 41 è una misura ben diversa rivolta ai precoci disoccupati, invalidi, caregiver o addetti alle mansioni gravose. Il nuovo scivolo terrà conto dell’ISEE, non della categoria di appartenenza. L’esonero dalla penalizzazione del 2% è un aiuto importante per gli italiani e sostenibile per lo Stato. La svolta è vicina?