Quando si è a dieta è estremamente frustrante non riuscire a perdere peso: questo dettaglio rischia di compromettere tutto.
Quando ci si sforza di seguire una dieta equilibrata, accompagnandola magari con una sana attività fisica, ci si aspetta di ottenere dei risultati. Tuttavia, quando questo non avviene la frustrazione potrebbe portare all’abbandono della dieta.

Talvolta il problema non è ciò che si mangia o come si affronta l’attività fisica. Nel processo di dimagrimento sono numerosi i fattori che influiscono sulla buona riuscita della dieta.
Una recente ricerca scientifica ha portato alla luce un legame diretto tra l’esposizione notturna a fonti luminose artificiali e una serie di disturbi fisiologici che vanno ben oltre l’insonnia.
Come la luce notturna disturba il metabolismo
Quando si dorme con la luce accesa, anche se tenue, può influenzare i ritmi circadiani, ovvero i cicli biologici che regolano funzioni essenziali dell’organismo come il sonno, il metabolismo e il sistema immunitario. Il nostro corpo è programmato per operare in sincronia con l’alternanza naturale di luce e buio.

L’interferenza con questo equilibrio può avere degli effetti negativi sulla salute complessiva, incluso un possibile ostacolo alla perdita di peso. Stando ai dati evidenziati dallo studio, l’esposizione alla luce artificiale nelle ore notturne può andare ad alterare in modo significativo i processi metabolici.
È stato dunque dimostrato che una cattiva regolazione del ciclo luce-buio compromette l’efficienza con cui il corpo utilizza energia, favorendo squilibri ormonali e una maggiore tendenza all’accumulo di grasso corporeo. Questa condizione è stata collegata a una maggiore tendenza all’obesità e ad altri disturbi metabolici, anche in soggetti altrimenti sani.
Le conseguenze all’esposizione notturna non si fermano qui. La luce inappropriata durante il riposo può anche influire negativamente sul sistema immunitario, indebolendo le risposte naturali dell’organismo o scatenando infiammazioni. Parallelamente, sono stati osservati effetti significativi anche sull’umore e sull’equilibrio psicologico, con potenziali implicazioni nei disturbi d’ansia e nella depressione.
Inoltre è bene prestare attenzione all’ora del giorno in cui si verifica l’esposizione alla luce. Questo fattore, finora poco considerato nella medicina clinica, potrebbe influenzare la riproducibilità degli studi scientifici e suggerisce che il “quando” sia tanto importante quanto il “cosa” nella ricerca e nella cura.
I ricercatori propongono di iniziare a considerare l’orario come una variabile biologica cruciale. La luce, o la sua assenza, è in grado di modulare direttamente il funzionamento del nostro organismo. Di conseguenza, migliorare la qualità del riposo eliminando le fonti luminose in camera da letto non è solo una questione di comfort, ma una strategia concreta per favorire la salute metabolica, il benessere mentale e, non da ultimo, la gestione del peso corporeo.