Jet leg, quando sono i bambini a soffrirne come affrontarlo? Parlano i pediatri e mettono in guardia

Il jet lag non risparmia nessuno e quando sono i bambini a soffrirne, la vacanza rischia di trasformarsi in una corsa a ostacoli. Come prepararli al fuso orario senza drammi?

Partire per una vacanza in famiglia è sempre emozionante, inizia una nuova avventura ma se il viaggio è lungo e la meta lontana, arriva il momento di fare i conti con il jet lag che rovina un po’ la festa. Se siete genitori e avete in programma un viaggio intercontinentale con i vostri figli, forse è il caso di prepararsi a dovere.

pediatra e bambina
Jet leg, quando sono i bambini a soffrirne come affrontarlo? Parlano i pediatri e mettono in guardia-Retisocialinaurali.it

Quando il fuso orario sballa i ritmi dei piccoli, il risultato rischia di essere tutto tranne che rilassante. Ma non è il caso di allarmarsi: si può sopravvivere, anche con un bimbo che si sveglia alle tre del mattino convinto che sia ora di fare colazione.

Viaggiare con i bambini è una delle esperienze più belle che si possano fare ma non bisogna farsi trovare impreparati quando si tratta di fusi orari che sballano l’orologio interno. Soprattutto perché, anche se se ne parla poco, il jet lag nei più piccoli esiste eccome, solo che si manifesta in modo diverso da come lo conosciamo noi adulti.

Non sempre si tratta solo di sonno difficile o occhi sbarrati nel cuore della notte. Nei bambini il disagio può essere più sottile ma comunque fastidioso: irritabilità, stanchezza improvvisa, scarsa concentrazione, malessere generale e a volte anche un rapporto un po’ complicato con il cibo. Insomma, la vacanza da sogno potrebbe trasformarsi in una sfida quotidiana contro il sonno che non arriva e i capricci che piovono come temporali tropicali.

Fusi orari e sonnellini fuori tempo: ecco cosa succede ai bambini quando viaggiano lontano

Il jet lag nei bambini è reale, anche se a volte ci si illude che siano più flessibili di noi. È vero in parte: i neonati, per esempio, si adattano meglio proprio perché dormono in modo spezzettato e non hanno un ritmo unico. Ma quando crescono e iniziano a sviluppare abitudini più stabili, il loro organismo si affeziona a certi orari e cambiarli all’improvviso può generare un piccolo terremoto biologico.

aereo in volo
Fusi orari e sonnellini fuori tempo: ecco cosa succede ai bambini quando viaggiano lontano-Retisocialinaturali.it

Alcuni bimbi sono più mattinieri, altri si sveglierebbero a mezzogiorno se potessero. Proprio per questo è utile osservarli e magari iniziare ad adattare i ritmi già prima della partenza. Non serve stravolgere tutto, ma spostare l’ora della nanna di una mezz’oretta ogni sera può già fare la differenza, soprattutto se si vola verso Est.

Al contrario, verso Ovest può essere utile allungare un po’ le giornate prima di partire. Poi, certo, se il bambino arriva al giorno della partenza un po’ più stanco del solito, magari si addormenta durante il volo e inizia ad abituarsi senza neanche accorgersene. Ma non sempre fila tutto liscio, inutile farsi illusioni.

Una volta arrivati a destinazione, la parola d’ordine è “adattamento immediato”. Anche se i vostri figli crollano di sonno alle 10 di mattina, cercate di tenerli svegli finché possibile. Basta un pisolino leggero e poi via, fuori all’aria aperta, a far incamerare luce naturale e nuovi stimoli. E se si svegliano nel cuore della notte chiedendo una merenda? È normale, provate a offrire un po’ di latte, coccolateli, e cercate di riportarli dolcemente tra le braccia di Morfeo. Senza lotte, senza forzature.

Bambini che colorano
La soluzione ai problemi con il jet lag-Retisocialinaturali.it

In alcuni casi i pediatri consigliano anche un piccolo aiuto dalla melatonina, ma solo se serve davvero e sempre sotto controllo medico. Il più delle volte bastano delle buone abitudini, tanta pazienza e un pizzico di elasticità mentale.

Ah, e un consiglio spassionato: se potete, evitate i viaggi troppo brevi con cambi di fuso importanti. Meglio restare almeno un paio di settimane per dare tempo ai bambini di adattarsi con calma. Perché sì, viaggiare è meraviglioso, ma con i bambini serve anche un po’ di strategia. E magari una tazza di caffè in più.

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