Il 2026 è l’anno “buono” per chi vuole andare in pensione a 62 anni: non tutti potranno farlo ma questi soggetti si.
Il sogno di tante persone dopo una vita a lavorare è quello di andare in pensione. E ci sono delle buone notizie per alcuni di questi: dal 2026 si potrà andare in pensione a 62. Infatti, chi sogna di lasciare il lavoro a quest’età, potrà farlo. Non tutti ovviamente ma solo chi risponde a determinati requisiti.

Da gennaio si potrebbe assistere, quindi, ad un cambiamento nel sistema previdenziale italiano e molti lavoratori sperano che sia il loro momento di andare in pensione. Ecco chi potrà farlo a 62 anni.
Chi potrà andare in pensione a 62 anni nel 2026
Le ultime indiscrezioni parlano di una nuova misura che permetterebbe a molti lavoratori di andare in pensione a 62 anni, anticipando dunque di cinque anni rispetto all’uscita ordinaria prevista dalla Legge Fornero.

La proposta si dovrebbe chiamare Quota 41 flessibile ma non sarà una possibilità aperta a tutti. In particolare saranno i redditi sotto i 35.000 euro ad avere una corsia preferenziale. Comunque, nel dettaglio la misura permetterà di andare in pensione a 62 anni con almeno 41 anni di contributi.
L’attuale Quota 41 è riservata a:
- lavoratori precoci
- disoccupati
- caregiver
- invalidi e addetti a mansioni gravose.
Inoltre, permette l’uscita indipendentemente dall’età anagrafica. Invece, con Quota 41 flessibile, l’età minima di 62 anni è un requisito assieme alla maturazione dei 41 anni di contributi. Un’altra particolarità di questa misura è che si introdurrà una riduzione fissa del 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni della pensione di vecchiaia.
Quindi chi esce dal lavoro a 62 anni con 5 anni di anticipo, avrà una penalizzazione totale sull’assegno del 10%. La novità più significativa è però quella che riguarda i redditi bassi poiché la proposta prevede un’esenzione totale dalla penalizzazione per chi ha un Isee inferiore a 35.000 euro. Si tratta quindi di una Quota 41 “selettiva” che introduce il requisito anagrafico dei 62 anni e quello contributivo, ed applica delle penalizzazioni progressive.
Inoltre, vengono protetti i redditi più bassi. Quota 41 flessibile apre uno spiraglio a chi vuole andare in pensione prima, senza pesare sulle finanze pubbliche. Quindi questa nuova misura permetterà a tante persone nel 2026 di andare in pensione a 62 anni con 41 anni di contributi. La penalizzazione sull’assegno è il compromesso da “accettare” che però non grava sui redditi più bassi (sotto i 35.000 euro).