Una busta paga più ricca è un sogno che si sta realizzando per molti italiani. Crescono gli stipendi, vediamo di quanto.
I lavoratori dipendenti pubblici e privati potranno contare su un’entrata mensile maggiore. Si stanno compiendo passi in avanti importanti, c’è ancora molta strada da fare ma la direzione è quella giusta. I rinnovi dei CCNL avranno tempi più rapidi, da qui l’aumento di stipendio.

Il ritardo nei rinnovi dei Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro è un problema rilevante in Italia. Contratti scaduti per anni impediscono ai lavoratori di ottenere quell’aumento dello stipendio indispensabile per tenere il passo con l’inflazione e l’aumento del costo della vita. Ora sembrerebbe che la situazione stia migliorando.
L’ISTAT ha sottolineato come negli ultimi sei mesi sono stati rinnovati 10 contratti collettivi con un aumento medio della retribuzione oraria del 3,5%. Un bel traguardo ma c’è ancora tanta strada da fare. Sono ancora 5,7 milioni di lavoratori in attesa di un’intesa. Le trattative per la nuova stagione contrattuale sono iniziate, i tempi di lavoro si sono ridotti da 2 anni e tre mesi a poco più di 24 mesi ma l’obiettivo è ridurre ancora questa attesa per i dipendenti.
Come cambiano gli stipendi per i dipendenti
Le tempistiche dei rinnovi vanno ridotte e gli aumenti devono essere maggiori, più in proporzione rispetto la perdita del potere d’acquisto degli ultimi anni. C’è ancora molto lavoro da fare ma la direzione è giusta. Il citato incremento del 3,5% orario non è sufficiente, ad oggi le retribuzioni contrattuali in termini reali risultano sotto del 9% rispetto al 2021. Nonostante questo l’ISTAT parla di andamento robusto degli stipendi con un indice registrato a giugno 2025 del 2,3% per l’industria, 2,7% per i servizi privati e del 2,9% per la PA.

Si sono registrati aumenti più importanti, invece, nei Ministeri con un +6,9%, in ambito militare, della Difesa ed energia elettrica con un +6,7% e tra le Forze dell’Ordine con un +5,8%. Nessun incremento, invece, per i dipendenti di farmacie e telecomunicazioni. Volendo scendere più nei dettagli gli aumenti registrati sono stati
- agricoltura: +5,7%
- estrazione minerali: +5,2%
- alimentari: +4,2%
- tessili, abbigliamento e lavorazione pelli: +4,8%
- legno, carta e stampa: +1,6%
- energia e petroli: +5,2%
- chimiche: +1%
- gomma, plastica, minerali non metalliferi: +2,5%
- settore metalmeccanico: +1,3%
- energia elettrica: +6,7%
- gas e acqua: +3,6%
- servizi di smaltimento rifiuti: +1,3%
- edilizia: +4,7%
- commercio: +1,8%
- distribuzione moderna organizzata: +1,7%
- trasporti, servizi postali e attività connesse: +2,8%
- pubblici esercizi e alberghi: +4,4%
- servizi di informazione e comunicazione: +1,7%
- credito e assicurazioni: +5,1%
- altri servizi privati: +2,9%
- Regioni e autonomie locali +0,6%
- SSN +0,05%
- scuola +2,8%
- Vigili del Fuoco +2,6%.
Si attende ancora il rinnovo per 3 dipendenti su 10 del settore privato e per tutti i dipendenti pubblici. Da poco è giunta l’ipotesi di rinnovo del CCNL dell’Area funzioni centrali con incremento di 558 euro lordi mensili per 13 mensilità più l’erogazione di arretrati per 9 mila euro.