Anche se prescritte queste cartelle esattoriali vanno pagate lo stesso: colpa di un errore banale che nessuno controlla

Tornano esigibile le cartelle esattoriali prescritte in caso di un banale errore. Chi deve iniziare a preoccuparsi?

Niente sonni tranquilli con le cartelle esattoriali prescritte. Il Fisco potrebbe chiederne nuovamente il pagamento e un piccolo errore del contribuente costerebbe caro. Capiamo qual è il problema e come evitarlo per non dover uscire soldi non più dovuti.

Uomo con mano in fronte
Anche se prescritte queste cartelle esattoriali vanno pagate lo stesso: colpa di un errore banale che nessuno controlla (Retisocialinaturali.it)

Tra gli incubi degli italiani l’arrivo di una cartella esattoriale. Questa significa, infatti, dover pagare una somma più o meno alta per evitare conseguenze grazi come il pignoramento dei beni o il fermo amministrativo. Quando l’importo è elevato o al di fuori delle proprie possibilità economiche si può rateizzare il versamento e regolarizzare la propria posizione nel tempo.

Bisogna sapere che le cartelle esattoriali possono andare in prescrizione. Significa che il cittadino non dovrà più pagare il debito nel momento in cui l’efficacia della cartella scade. La durata della prescrizione varia dai 3 ai 10 anni in base al debito contratto ma l’Agenzia delle Entrate ha la possibilità di interromperla e azzerarla, ricominciando il conteggio. Può farlo inviando un sollecito di pagamento al contribuente, una lettera di diffida o messa in ora, il preavviso di ipoteca o di fermo, il pignoramento entro il termine di prescrizione. Ma c’è di più, e qui il cittadino deve fare molta attenzione.

Cartella esattoriale prescritta, quando torna esigibile

Una volta che la prescrizione è accertata il contribuente non deve pensare di essere al di fuori di ogni pericolo. Se il Fisco invia un sollecito di pagamento per una vecchia cartella prescritta e il destinatario non risponde rischia di dover corrispondere quando dovuto. Secondo la Legge, infatti, una volta arrivato il sollecito il cittadino ha 60 giorni di tempo per impugnare l’atto (sanatoria per inerzia).

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Cartella esattoriale prescritta, quando torna esigibile (Retisocialinaturali.it)

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza numero 20476 del 2025. Come la fenice anche le cartelle esattoriali prescritte possono risorgere dalle ceneri e tornare a colpire i contribuenti. L’intimazione di pagamento deve essere impugnata entro 60 giorni dalla notifica oppure il debito tornerà esigibile.

Il silenzio del contribuente, infatti, è visto come una mancata azione che dà diritto al Fisco di chiedere nuovamente all’interessato di saldare il debito. Tipo il silenzio assenso, stando zitti e buoni è come se si accettasse il debito. Per la Suprema Corte vale questo principio e i cittadini vi devono prestare molta attenzione. Mai pensare che il sollecito legato ad una cartella prescritta sia un errore del Fisco e adottare, dunque, un comportamento passivo. Bisogna impugnare la richiesta per evitare di pagare.

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