Non tutti lo sanno ma i cani soffrono di ansia da separazione, ecco i consigli degli esperti per superare questo problema
Vivere con un animale è un’esperienza bellissima, che cambia nel profondo e che non si dimentica mai. A volte però, i nostri amici possono vivere dei disagi.

Sono milioni le persone che hanno un cane in casa e condividono con lui (o lei) la loro vita dentro e fuori casa. Spesso però, può capitare che il nostro animale soffra della cosiddetta ansia da separazione.
Ansia da separazione nei cani, cosa fare?
Non tutti i proprietari lo comprendono subito, ma se il nostro amico peloso quando siamo fuori casa ci fa trovare evidenti segni di comportamenti agitati – come danni vari, bisogni fatti in giro per casa, ecc. – potrebbe trattarsi di un disagio profondo, e non di semplici dispetti per averli lasciati soli. Si chiama ansia da separazione.

L’ansia da separazione deve quindi essere riconosciuta, con l’aiuto di un esperto se necessario, poiché si tratta di una patologia comportamentale molto comune nei cani, che colpisce circa uno su sette, indipendentemente da razza, età o sesso.
Il cane che ne soffre, mostra un forte attaccamento al proprietario, seguendolo ovunque e manifestando disagio se lasciato solo in una stanza, oppure l’avvicinarsi dell’uscita di casa scatena iperattività e il ritorno del proprietario è accolto con eccessivo entusiasmo. I sintomi a volte si manifestano solo quando esce la persona che ha innescato il problema, o quando questa ignora il cane.
L’ansia da separazione nel cane è aggravata dalla noia e dalla paura. E’ importante quindi evitare la noia con giochi interattivi e passeggiate di almeno mezz’ora, e insegnare al cane anche a stare solo per evitare un attaccamento eccessivo. La paura lo spinge a cercare continua rassicurazione; invece di coccolarlo, è utile distrarlo con il gioco.
La causa principale dell’ansia da separazione non è un passato difficile (per quanto possa comunque influire), bensì un errato rapporto sociale tra cane e proprietario. La soluzione quindi risiede nel modificare questa relazione, seguendo i consigli di un veterinario specializzato in comportamento del cane.
La terapia è complessa e richiede un approccio che coinvolga tutta la famiglia, in caso di più elementi che vivono con l’animale, e non solo il cane. Alcuni accorgimenti includono: non sgridarlo per i danni, ignorarlo per 20 minuti prima di uscire e al rientro, interagire solo quando è calmo e premiarlo per la tranquillità.
Importante è anche farlo dormire fuori dal letto e insegnagli a stare solo gradualmente, usando “rituali di uscita” fasulli e uscite brevi e progressive. In casi specifici, sempre sotto la supervisione veterinaria, si possono usare integratori o farmaci come aiuto e supporto alla terapia comportamentale.