Re Carlo III continua a sorprendere: con il suo fiuto per gli affari ha trasformato un angolo nascosto di Sandringham in una casa vacanze di lusso, confermandosi un sovrano con l’animo da imprenditore.
Quando si parla di famiglie reali si immaginano corone luccicanti, carrozze dorate e cene di gala con capi di Stato, ma dietro la facciata impeccabile della monarchia britannica c’è molto di più e Re Carlo III ne è la prova vivente. Non solo un sovrano attento alle formalità e ai doveri istituzionali, ma anche un imprenditore con la corona in testa e la calcolatrice in tasca.
Già da principe, Carlo si era distinto per la capacità di coniugare tradizione e modernità, ma adesso che siede sul trono ha deciso di giocare sul serio, ridefinendo le proprietà di famiglia come se fossero un patrimonio da valorizzare, senza mai perdere di vista il rispetto per la storia che rappresentano.
Tra una stretta di mano e l’altra, il re ha messo in moto una piccola rivoluzione immobiliare che punta a trasformare angoli nascosti e residenze aristocratiche in luoghi di charme per chi cerca un’esperienza degna di un Windsor. L’ultima trovata? Aprire al pubblico una delle gemme più riservate della tenuta di Sandringham, e non certo per una visita guidata con souvenir all’uscita.
Con la solita eleganza un po’ discreta che lo contraddistingue, Carlo III ha deciso di rimettere a nuovo quella che un tempo era la casa del capo giardiniere della Regina Elisabetta, una figura di tutto rispetto che custodiva i segreti verdi di Sandringham, e di trasformarla in una casa vacanze di lusso che solo pochi fortunati potranno permettersi. Si chiama Gardens House, ed è un rifugio esclusivo a soli trecento metri dalla residenza reale, immerso tra pini secolari e mura antiche che sembrano raccontare storie di tempi lontani.
Chi vuole vivere come un re, o almeno come un ospite di casa Windsor, deve mettere mano al portafogli: oltre cinquemila sterline a settimana per soggiornare tra quattro camere da letto con letti giganteschi, due salotti dove oziare, una cucina attrezzatissima e un giardino talmente curato che viene quasi voglia di togliersi le scarpe per non rovinare il prato. C’è spazio per tutti, bambini, cani e naturalmente gli adulti, che possono sorseggiare vino mentre contemplano i prati all’inglese con la vaga speranza di intravedere qualche reale di passaggio.
Ma Gardens House è solo la punta dell’iceberg di un piano molto più ampio. Da quando è diventato re, Carlo ha aperto ai visitatori aree prima inaccessibili del castello di Balmoral, ha imposto biglietti anche a chi passeggia per il parco di Windsor e ha gestito con piglio aziendale le residenze ufficiali, prendendo decisioni che hanno fatto discutere, come lo sfratto del principe Harry da Frogmore Cottage.
E poi c’è la tenuta di Highgrove, che ormai è diventata una piccola oasi di economia sostenibile, con i suoi giardini visitabili e i prodotti artigianali che spaziano dal miele alle verdure biologiche fino ai liquori, passando per i gadget reali come i foulard commemorativi dedicati alla regina Elisabetta.
Carlo sta ridisegnando il ruolo del sovrano, dimostrando che si può regnare con la stessa attenzione di chi gestisce un brand di successo, e a giudicare dai risultati sembra proprio che la corona, oltre che pesare, renda pure bene.
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