In estate tutti pubblicano foto delle proprie vacanze, soprattutto quando ci si trova in splendide località turistiche. Questa abitudine però potrebbe costare caro e far sì che qualche malintenzionato sfrutti l’informazione per rubare a voi e ai vostri amici.
La vita di tutti i giorni è spesso monotona, caratterizzata da attività routinarie e ripetitive che non vale la pena ricordare (anzi si cerca spesso di cancellarle dalla memoria in ogni modo possibile) e di certo non vale la pena mostrare agli amici né dal vivo né a maggior ragione sui social network.
Al di là del fatto che il posto di lavoro non è certo lo scenario che solitamente si vuole mostrare (a meno che non si lavori viaggiando o lavorare consiste nel mostrare online le nostre attività o le nostre produzioni), solitamente le pubblicazioni sui social sono tese a far vedere i lati gioiosi e i momenti divertenti e importanti della nostra vita, dunque qualcosa di nuovo o di effettivo interesse.
Le vacanze in tal senso sono il momento ideale per moltiplicare la nostra attività sui social. In particolar modo durante la pausa estiva dalle attività routinarie, siamo soliti concederci dei break in posti paradisiaci, in cui il mare cristallino e le spiagge di sabbia finissima sono il perfetto scenario per scatti da fare invidia.
Basta aprire la propria pagina Instagram in questo periodo dell’anno per trovarsi inondati di contenuti balneari, vedere un quantitativo di post su questa o quella località turistica all’ultimo grido in grado di generare un’effetto pubblicitario da fare invidia ad un’agenzia di viaggi e alla Pro Loco.
Per quanto consuetudinaria e diffusa sia l’attività di mostrare le foto della propria vacanza, questa semplice attività potrebbe avere un effetto controproducente che va ben oltre l’invidia diffusa da parte di chi questo genere di gite fuori porta non può permettersele o per motivi economici o per impegni lavorativi e familiari.
Sì perché i post pubblicati sui social potrebbero non essere visti solamente da amici e familiari, ma anche da chi con un account fittizio creato appositamente per fini non leciti, cerca di capire chi in questo periodo dell’anno si trova a casa e chi invece si trova molto lontano, magari in una località in cui il fuso orario è completamente differente e in cui è difficile prendere contatto telefonicamente.
A lanciare l’allerta su questo rischio è stato il capo della polizia del Delaware Henry Gianmarco, il quale ha spiegato che i malintenzionati potrebbero analizzare il profilo social dei vacanzieri e approfittare di uno scatto dall’aeroporto per avviare il loro tentativo di truffa. Queste persone cercano i contatti più vicini alla persona, individuano i familiari e successivamente fanno partire una chiamata inquietante.
Informano le persone vicine di un rapimento e chiedono un riscatto per farla liberare. I familiari potrebbero non aver modo di contattare i propri cari per appurare se il rapimento è vero o fittizio in quanto non sempre nelle località turistiche più selvagge c’è campo, dunque cadere nel tranello e versare cifre importanti per poter riabbracciare i propri cari.
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