Come poter andare in pensione prima del dovuto chiedendo già fa quest’anno quanto ti spetta. Controlla con attenzione.
Dopo tanti anni di sacrifici e di lavoro, sono molti i cittadini che attendono con ansia di andare in pensione e, magari, riuscire a farlo anche in anticipo.
Nel sistema pensionistico italiano, le regole per il pensionamento anticipato cambiano spesso, ma alcune misure restano fisse. Per il 2025 e il 2026, saranno disponibili ben due diverse versioni di pensione anticipata ordinaria.
Il sistema previdenziale italiano prevede per il 2025 e il 2026 in materia di pensionamento, due diverse versioni di pensione anticipata ordinaria. Iniziamo con la Pensione anticipata “classica” (ex di anzianità). Questa prima opzione è la pensione anticipata “classica”, che prescinde dall’età e si basa esclusivamente sull’anzianità contributiva.
I requisiti sono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, con un minimo di 35 anni di contributi effettivi (esclusi quelli figurativi da disoccupazione, malattia o infortunio). Il calcolo è misto: retributivo fino al 1995 e contributivo per i periodi successivi: se si avevano 18 anni di contributi al 1995, il calcolo retributivo si estende fino al 2011. Dal 2025, chi decide di lavorare fino a 67 anni può beneficiare del bonus Maroni, ottenendo in busta paga il 9,19% dei contributi a carico del lavoratore come aumento netto dello stipendio, incentivando così la permanenza al lavoro.
Passiamo alla Pensione anticipata contributiva. La seconda misura, anch’essa confermata per il 2025 e 2026, è la pensione anticipata contributiva, rivolta a chi ha iniziato a versare contributi dal 1996 in poi. I requisiti sono avere almeno 64 anni di età, 20 anni di contributi versati e un importo della pensione non inferiore a 3 volte l’assegno sociale.
Per le donne con figli, la soglia minima di pensione si riduce: 2,8 volte l’assegno sociale con un figlio e 2,6 volte con due o più figli. Inoltre, le donne possono anticipare ulteriormente l’età di uscita di 4 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 16 mesi (arrivando a 62 anni e 8 mesi con 4 o più figli), e possono godere anche del vantaggio dei coefficienti di trasformazione: a 64 anni, con uno o due figli si applica il coefficiente dei 65 anni, e con più di due figli, quello dei 66 anni.
Entrambe le pensioni prevedono una finestra mobile di 3 mesi. Una novità per il 2025 è la possibilità, per chi ha almeno 25 anni di contributi e ha aderito alla previdenza complementare, di utilizzare la rendita maturata nei fondi pensione per raggiungere la soglia economica minima richiesta per la pensione anticipata contributiva, offrendo una via d’uscita anche con una pensione INPS insufficiente.
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