Ricevere una cartella esattoriale a proprio nome senza saperlo non è così raro. Scopri come proteggerti da pignoramenti e fermi amministrativi con strumenti pratici e digitali.
Ci sono eventi capaci di coglierci del tutto impreparati e uno di questi è sicuramente la scoperta di avere una cartella esattoriale pendente senza averne mai ricevuto notizia. Il meccanismo di riscossione dei debiti fiscali in Italia può essere insidioso, specialmente quando tra notifiche cartacee smarrite, indirizzi sbagliati o comunicazioni digitali mai aperte, il rischio di ignorare la propria posizione debitoria è concreto.
Scoprirlo solo durante un controllo di routine da parte delle Forze dell’Ordine può trasformarsi in un’esperienza tanto imbarazzante quanto problematica. È in quei momenti che si viene a sapere di essere sotto fermo amministrativo o peggio, con la prospettiva di pignoramenti e ipoteche. Come è possibile che una situazione tanto grave possa sfuggire al diretto interessato? Per capirlo davvero, bisogna conoscere i meccanismi che regolano la riscossione e sapere come tutelarsi in modo concreto.
Se ricevere una cartella esattoriale a propria insaputa sembra un’anomalia, basta osservare da vicino la realtà dei fatti per capire che, in realtà, si tratta di un rischio più diffuso di quanto si pensi. Diverse le cause che possono portare a questo scenario: notifiche inviate a indirizzi errati, disguidi postali o l’utilizzo della Posta Elettronica Certificata (PEC), che molti cittadini non consultano con regolarità. Da qui può passare il tempo, anche anni, tra la notifica di un debito e l’avvio di misure più dure come il pignoramento di beni o il fermo dell’auto.
Evitare di finire in queste situazioni è possibile. Il primo passo è effettuare controlli periodici sulla propria situazione fiscale, cosa che oggi può essere fatta comodamente da casa grazie ai servizi online dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Accedere all’area riservata del portale permette di consultare l’estratto di ruolo, un documento chiave che fotografa in modo dettagliato la propria posizione debitoria verso il Fisco.
Per farlo servono solo credenziali digitali come SPID, CIE o CNS, strumenti ormai indispensabili per dialogare con la Pubblica Amministrazione. In pochi clic si possono così visualizzare le cartelle aperte, eventuali debiti in corso e soprattutto capire se si è già sotto la minaccia di provvedimenti come ipoteche o pignoramenti.
Scoprire una pendenza per tempo consente di intervenire con soluzioni efficaci: dalla contestazione di debiti non dovuti, alla richiesta di rateizzazione che può bloccare l’avvio di azioni esecutive. Una soluzione che però diventa operativa solo con il pagamento della prima rata del piano concordato.
La prudenza, in questi casi, non è mai troppa. Verificare la propria posizione fiscale non è solo una buona pratica ma una vera e propria strategia di autodifesa. Perché la legge, anche quando si parla di notifiche mai ricevute, non sempre ammette ignoranza: una dimenticanza o un disguido potrebbe costare caro.
Essere informati e agire in anticipo resta l’unico modo per evitare di vedere la propria auto bloccata o, peggio ancora, di ricevere una comunicazione di pignoramento che arriva quando ormai è troppo tardi.
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