Il Bonus mamme 2025 cambia pelle e finalmente premia anche le lavoratrici che finora erano state ignorate. Ecco cosa prevede la nuova misura e chi ne potrà beneficiare.
Quando si parla di aiuti economici per le famiglie il sostegno reale è spesso rimasto un miraggio, soprattutto per chi lavora fuori dagli schemi più tradizionali. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le agevolazioni pensate per le mamme lavoratrici, ma a beneficiarne sono state quasi sempre le dipendenti con contratti stabili. Un po’ come dire: se già hai una certa sicurezza, allora ti diamo pure un aiuto in più.
Migliaia di autonome, professioniste, freelance e partite IVA guardavano da lontano questi incentivi, come se maternità e lavoro indipendente fossero due strade inconciliabili. Ma adesso qualcosa si muove davvero.
Il nuovo Decreto-Legge Omnibus ha deciso di rompere il vecchio schema, includendo finalmente una categoria di lavoratrici che finora era rimasta tagliata fuori da qualsiasi forma di incentivo statale. Viene quindi naturale chiedersi: chi sono le fortunate destinatarie di questo bonus e soprattutto, cosa bisogna fare per ottenerlo?
Il tanto chiacchierato Bonus mamme versione 2025 è realtà e porta con sé una vera novità che questa volta nessuno potrà ignorare. L’articolo 6 del Decreto-Legge n. 95/2025, fresco di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ha ufficializzato un’estensione che fino a qualche mese fa sembrava pura utopia: l’incentivo non sarà più un privilegio riservato alle sole lavoratrici dipendenti ma spetterà anche a tutte quelle mamme che lavorano in proprio, dalle libere professioniste con cassa previdenziale dedicata alle autonome e persino alle iscritte alla gestione separata.
Fino a ieri la logica era sempre la stessa: chi aveva un contratto a tempo indeterminato con almeno tre figli poteva godere dell’esonero totale dei contributi fino alla maggiore età del più piccolo, chi ne aveva due si doveva accontentare di un piccolo sconto contributivo valido fino ai dieci anni del figlio minore e solo se il reddito non superava i 40.000 euro lordi annui.
Tutte le altre? Nessun aiuto, se non la solita pacca sulla spalla virtuale. Con il DL Omnibus le cose cambiano, perché il nuovo bonus prevede un incentivo mensile di 40 euro esentasse che, dettaglio non da poco, non farà cumulo né ai fini fiscali né per il calcolo dei contributi o dell’ISEE. Sarà riconosciuto alle madri con due figli fino ai dieci anni del più piccolo, mentre per chi ne ha più di due il beneficio durerà addirittura fino ai 18 anni del minore.
Resta però il tetto di reddito annuo di 40.000 euro, soglia che serve a evitare che il beneficio finisca a chi, in fondo, potrebbe anche farne a meno.
Chi ha più di due figli dovrà comunque fare attenzione a un dettaglio: se nel frattempo si firma un contratto a tempo indeterminato, il bonus salta. Insomma, una sorta di patto tacito che premia la maternità nel lavoro autonomo, ma senza creare sovrapposizioni con altri incentivi già previsti per le dipendenti. Non aspettatevi bonifici mensili, però.
L’INPS provvederà a versare tutto in un’unica soluzione nel dicembre 2025, così da fare un piccolo gruzzolo utile per i regali di Natale o, più probabilmente, per far quadrare i conti di casa. Non sarà forse la rivoluzione che tutti aspettavamo ma certo è un segnale concreto verso chi, finora, si è sentita invisibile solo perché ha scelto di lavorare in proprio.
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